Mentre passeggiavo nel bosco, questa mattina, riflettevo sulle emozioni che proviamo costantemente, ogni giorno, e dalle quali ci facciamo influenzare se non addirittura travolgere, a volte anche senza esserne pienamente consapevoli. In alcuni momenti della vita siamo talmente in balia di esse che è come se il mondo intorno a noi cessasse di esistere, ne veniamo completamente risucchiati, smettiamo di vivere nel presente per continuare a rimuginare su eventi o su persone che hanno fatto scaturire quelle emozioni.
Proprio perché siamo esseri umani, la parte emotiva è molto forte in noi. Andiamo costantemente alla ricerca di emozioni, desideriamo provare gioia, felicità, euforia, sorpresa, entusiasmo, conforto, compassione, e non possiamo esimerci dal provare anche tristezza, rabbia, paura, collera, malinconia, terrore e così via.
Siamo stati programmati così! In quanto esseri umani le emozioni ci caratterizzano.
Questo però non significa che dobbiamo diventarne schiavi o dobbiamo essere in balia di esse. Se impariamo a riconoscerle e ad individuare ciò che le attiva, allora saremo in grado di dominarle e la nostra vita cambierà in quanto diventeremo padroni di noi stessi.
Diamo prima di tutto una definizione di che cosa sono le emozioni.
Possiamo definire le emozioni come stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o acquisiti.
In termini darwiniani, la loro principale funzione consiste nel far si che l'individuo reagisca in modo efficace in determinate situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza. Ovviamente si tratta di reazioni in cui l'individuo non utilizza processi cognitivi.
Occorre fare attenzione a non confondere le emozioni con i sentimenti. Le prime hanno origine nel sistema limbico, il quale ha un ruolo chiave nelle reazioni emotive e nelle risposte comportamentali.. I sentimenti, invece, appartengono al lobo frontale. Le emozioni scaturiscono dalle aree del sistema nervoso preposte alle risposte rapide, simpatico e parasimpatico. I sentimenti, invece, scaturiscono dall'interpretazione cerebrale che diamo degli eventi che viviamo e delle sensazioni che proviamo. Le emozioni costituiscono una risposta immediata a ciò che ci succede, rappresentano il sistema di allerta e di sopravvivenza del nostro organismo. I sentimenti scaturiscono invece dalla valutazione di ciò che è accaduto, di come abbiamo reagito e di come ci siamo sentiti. In pratica possiamo dire che il sentimento scaturisce dalla valutazione dell'emozione.
Le emozioni, proprio perché intervengono in situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, sono molto intense e potenti.
Provare emozioni è, dunque, un fattore primario per la nostra sopravvivenza.
Abbiamo la necessità di provare emozioni per rispondere all'ambiente che ci circonda e alle situazioni che si verificano nella nostra vita. D'altronde, se non provassimo paura, molto probabilmente saremmo già morti da un pezzo; se non provassimo mai rabbia, non riusciremmo a proteggere il nostro spazio da chi ci vuole invadere o da chi vuole approfittare di noi e, se non provassimo sensi di colpa, non potremmo capire quanto le parole che diciamo e le azioni che compiamo possono ferire o danneggiare gli altri.
Le emozioni sono pertanto la nostra guida nel mondo, in quanto ci dicono quando è necessario stare in allerta e quando invece possiamo rilassarci, ci fanno inoltre capire qual'è la nostra interazione con gli altri individui, con tutte le creature viventi e con il nostro Pianeta.
Normalmente si parla di emozioni positive ed emozioni negative. Io non condivido questa distinzione in quanto, secondo me, crea confusione. Se facciamo nostra questa distinzione, finiremo per sentirci inadeguati o sbagliati ogni volta che proveremo un'emozione negativa.
E' fondamentale considerare le emozioni per quello che sono, vale a dire delle modalità di reazione all'ambiente.
Non sono dunque né positive né negative, tutt'al più possiamo distinguerle in emozioni funzionali ed emozioni non funzionali, a seconda se la loro esternazione assolve ad una determinata funzione o no. Il concetto di funzionalità dipende dalla situazione, dalla consapevolezza dell'individuo e dalle influenze culturali che la persona subisce. Ciò che può essere funzionale in un dato momento, ad esempio a 20 anni, può non essere più funzionale qualche anno dopo. La capacità di gestire la vita, l’ambiente, grazie alle emozioni, cambia nel tempo man mano che evolviamo e diventiamo più consapevoli.
La reazione funzionale è la risposta ad uno stimolo, interno o esterno, che garantisca la sopravvivenza, evitando di sprecare inutilmente energia ed eventualmente apportando un miglioramento della situazione e una maggiore consapevolezza dell'individuo.
Per farvi comprendere meglio cosa intendo, vi faccio un esempio: se mi trovo a dover affrontare il lutto di una persona cara, è normale che sia pervasa da un profondo senso di tristezza. Questa emozione così intensa mi permetterà di immergermi nel mio dolore, dentro di me, per il tempo necessario ad elaborare il lutto. In tal modo eviterò di sprecare energie all'esterno, facendo finta che nulla sia successo, ed eviterò soprattutto di "congelare" nell'inconscio un evento traumatico che, se non viene elaborato, può manifestarsi qualche tempo dopo nel corpo fisico con una malattia (se ne volete sapere di più: l
https://agape-ilritornoallamadreterra.blogspot.com/2021/05/liberiamoci-dai-lacci-della-malattia.html).
La reazione non funzionale si ha quando, di fronte ad un dato evento, non ho alcuna reazione emotiva, salvo poi rimuginarci su per anni. Prendiamo sempre l'esempio del lutto: se perdo qualcuno di caro e non mi concedo di vivere il dolore che sento dentro, vivrò magari per tutta la vita o comunque per tantissimo tempo con una tristezza profonda che mi porterà a vivere nella nostalgia, sprecando tantissima energia.
Purtroppo le reazioni non funzionali sono, di norma, automatiche, vale a dire non implicano uno stato di consapevolezza da parte di chi le sperimenta, ma vengono messe in atto automaticamente come modalità di difesa.
Se la nostra capacità di emozionarci è fluida, tutto ciò che ci succede nella vita diventa un'occasione di apprendimento e di crescita. Il problema si presenta quando le nostre reazioni emotive sono basate su rigidi schemi arcaici di risposta, spesso appresi durante il periodo di gestazione, durante l'infanzia e addirittura in vite precedenti.
Le nostre emozioni sono spesso dettate da quella che Andrea Fredi nel suo e-book "Comprendere le emozioni" ha definito "coscienza congelata", ovvero delle reazioni a ricordi dell'infanzia o addirittura a ricordi di vite precedenti, credenze e convinzioni che sono il frutto di un limitato livello di consapevolezza.
Vi voglio raccontare qualcosa che ho vissuto in prima persona in merito a questo argomento. Ad un certo punto della mia vita ho iniziato a provare una forte rabbia immotivata nei confronti di un mio caro amico. Pur non essendoci in questa vita alcun apparente motivo che potesse giustificare questa rabbia, la mia reazione emotiva nei suoi confronti era davvero intensa. Per cercare di capire da dove provenisse, ho fatto su me stessa un profondo lavoro di pulizia dell'aura per risalire alla causa. Ho scoperto che in una vita precedente questo mio caro amico era mio marito e avevamo un figlio adolescente che, a causa di come veniva trattato da suo padre, che lo faceva sentire una nullità, si è tolto la vita impiccandosi. Una volta portata alla luce la motivazione, quell'emozione così intensa è sparita e non si è più ripresentata.
Quell'esperienza, pur appartenendo ad una vita precedente, era stata congelata nel mio orizzonte percettivo, ponendola come rappresentazione capace di generare rabbia e sofferenza.
Ogni volta che non elaboriamo consapevolmente questi "mondi congelati", essi rimangono nel nostro orizzonte percettivo generando delle reazioni emotive.
Purtroppo, ciò che succede frequentemente è che questi eventi non elaborati spesso vengono dimenticati o comunque relegati in un angolo del nostro inconscio. Il fatto, però, che siano stati accantonati non significa che siano scomparsi, anzi sono talmente presenti nel nostro inconscio che influenzano le nostre reazioni emotive e le nostre capacità percettive.
E' chiaro, quindi, che gli eventi non digeriti finiscono per influenzare il nostro inconscio e di conseguenza tutta la nostra vita.
Affinché un individuo riesca a digerire un determinato evento che gli accade, è necessario che abbia in quel momento la consapevolezza necessaria per comprenderlo ed elaborarlo, vale a dire per dargli un senso e trovare una risposta adeguata. In questo modo l'evento si tramuterà in una semplice esperienza di vita vissuta, pienamente integrata e da cui si apprenderà una lezione.
Solo quando le emozioni provate sono adatte alla situazione vissuta, si può parlare di esperienza.
Differente è la situazione se, al momento in cui si verifica un determinato evento, l'individuo non ha la consapevolezza necessaria per comprenderlo ed elaborarlo. In tal caso, la persona dovrà trovare un modo di gestirlo al fine di sopravvivere. La mente viene in soccorso creando una "rappresentazione congelata" di quell'evento (persone, luoghi, suoni, odori, luce, tono della voce etc) e reagendo ad essa a livello emotivo. Tali reazioni emotive rimangono quindi congelate, insieme agli altri aspetti della rappresentazione, fino a quando, ad un certo punto, la memoria di quel dato evento viene riattivata, consapevolmente o meno, da qualcosa che ci accade e che ci fa ripetere lo stesso schema, facendo riemergere quelle stesse emozioni con l'intensità e la forza originarie.
Possiamo dire che in questo caso l'evento non è stato digerito ed è dunque in grado di attivare reazioni emotive rigide a livello corporeo, emotivo, mentale e comportamentale.
La somma degli episodi non compresi e non assimilati influenza la qualità dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti nel momento presente, inoltre determina le modalità di reazione agli stimoli ambientali e influenza in modo negativo la capacità dell'individuo di creare il suo futuro.
E' dunque fondamentale individuare e trasformare gli eventi cristallizzati nella coscienza e nell'inconscio, in modo da diventare padroni di se stessi e della propria vita.
Dalla nascita in poi, ma anche prima della nascita, riceviamo tutta una serie di dati sensoriali che riusciamo più o meno ad integrare. Ad esempio, quando siamo piccoli, prendiamo familiarità con la mamma e con il biberon, che diventano rappresentazioni sensoriali conosciute. Quindi, quando vediamo la mamma con il biberon in mano, sappiamo che arriva la pappa. Questo è un esempio di rappresentazione in flusso.
Ci sono però delle situazioni in cui non abbiamo sufficiente conoscenza e sufficiente consapevolezza per poter comprendere alcune percezioni. In tali casi, l'evento vissuto viene congelato in una rappresentazione multisensoriale istantanea. In tale rappresentazione cristallizzata, non ritroviamo solo persone, luoghi, voci, suoni, colori ma ritroviamo anche tutte le reazioni emotive che questo mondo congelato ha attivato (ad esempio la tristezza, la rabbia, il senso di vergogna provati e così via).
Ovviamente, poiché non possiamo vivere provando continuamente sofferenza, al fine di poter andare avanti nella nostra vita scattano dentro di noi dei meccanismi inconsci che portano a creare una sorta di scudo protettivo.
In pratica dimentichiamo o comunque ci distacchiamo da quanto vissuto.
Questo mondo congelato - fatto di percezioni sensoriali, di reazioni emotive, fisiche e mentali - relativo ad un evento vissuto, il distacco che si pone in essere e la creazione di una corazza per non sentire più la sofferenza sono funzionali per permettere alla persona di continuare la sua vita.
I mondi congelati limitano la coscienza e la capacità di percepire la realtà così com'è, inoltre non ci permettono di avere tutta la nostra energia a disposizione perché essa rimane dislocata in vari frammenti, ossia nei vari mondi congelati che abbiamo creato.
Se il mondo congelato non viene dissolto, tenderemo a perpetuarlo automaticamente e inconsciamente. Quando dissolviamo i mondi congelati, recuperiamo frammenti di noi.
Quando nella nostra vita, incontriamo una persona o viviamo una situazione simile a quella del mondo congelato, la nostra consapevolezza svanisce e le reazioni che abbiamo sono quelle che abbiamo congelato all'interno di quel mondo. Quindi, in sostanza, se abbiamo creato un mondo congelato all'età di sei anni, in una situazione analoga che ci si ripresenta a trent'anni, noi reagiremo come un bambino di sei anni.
Questo è il motivo per cui molti adulti hanno reazioni infantili: in quel momento, quelle persone non sono presenti nella loro coscienza e la reazione ha luogo automaticamente.
L'energia che lasciamo in un mondo congelato attrarrà situazioni simili nella nostra realtà. Proprio per questo motivo ci troviamo sempre a vivere gli stessi schemi, lo stesso tipo di relazione, a scegliere sempre lo stesso tipo di partner, a trovarci nel mondo del lavoro sempre nella stessa situazione o in ambito sociale a sentirci sempre nello stesso modo.
I mondi congelati attraggono situazioni simili e, fino a quando non comprendiamo e digeriamo quelle situazioni, continueremo a congelare ulteriori mondi. In questo modo finiremo per creare un circolo vizioso che, fino a quando non verrà interrotto, continuerà a reiterarsi.
Le emozioni che proviamo sono la nostra bussola, ci aiutano ad individuare i mondi congelati che abbiamo cristallizzato nell'inconscio.
Il primo passo da fare per imparare a gestirle è riconoscerle e accettarle, evitando sempre di negare ciò che si prova. Non dobbiamo ovviamente concentrarci su pensieri ed emozioni depotenzianti, ma negarli quando li proviamo non ci aiuterà ad essere positivi e felici. Se vogliamo davvero essere sereni e felici, dobbiamo osservare le nostre emozioni, individuare attraverso di esse la memoria, la convinzione o la fantasia che le hanno fatte scaturire, elaborare il mondo congelato - legato a tali emozioni - che abbiamo creato ad un certo punto della nostra esistenza e finalmente lasciarle andare.
Vi faccio un esempio: se proviamo una rabbia esagerata per le parole offensive che qualcuno ci dice, possiamo osservarci, restare presenti mentre la rabbia ci attraversa il corpo e i pensieri, e magari possiamo provare a capire da dove ha origine questo fastidio. Sicuramente la nostra reazione emotiva affonda le sue radici in eventi del passato che non abbiamo digerito, oppure in credenze che ci sono state trasmesse, o ancora in nostre convinzioni personali, quale può essere il fatto di pensare che gli altri ci debbano rispettare.
Poiché le emozioni sono reazioni, esse vengono modulate sulla base di memorie, credenze e convinzioni dell'individuo che le sperimenta.
Reprimere le nostre emozioni, lo ripeto, non ci aiuterà a risolvere il problema, è fondamentale osservarle, comprenderle, agire sulle loro cause al fine di liberarcene definitivamente.
Invece di dividerle, secondo uno schema tanto superficiale quanto inutile, in positive e negative, dobbiamo sforzarci di comprenderle in base alla situazione che ci troviamo a vivere e alla loro funzionalità.
Sia che si tratti di situazioni che hanno la loro origine in vite precedenti sia che si tratti di eventi verificatisi nella nostra vita attuale, uno strumento che dà ottimi risultati è una tecnica energetica - sviluppata dagli australiani Dott. David Lake e Dott. Steve Wells - che si chiama SET, Simple Energy Techniques, ovvero Tecniche Energetiche Semplici, un metodo di auto-aiuto che interviene non direttamente sulle emozioni ma sulle memorie, sulle convinzioni, sui pensieri e sulle fantasie della persona. Tale tecnica è stata sviluppata sulle basi della più conosciuta EFT (Emotional Freedom Techniques).
EFT, Emotional Freedom Techniques, ovvero Tecniche di Libertà Emotiva, è un metodo di auto-aiuto sviluppato nel 1995 dall'Ingegnere americano Gary Craig. Da essa è nata in seguito EFT Integrata.
Sia EFT classica sia EFT Integrata si basano sulla stimolazione del sistema dei Meridiani, esattamente come SET, accompagnata però dall'enunciazione di una o più frasi per focalizzare meglio la problematica e per favorirne lo scioglimento.
Non serve essere degli esperti di Medicina Tradizionale Cinese per praticare queste tecniche energetiche.
In seguito vi indicherò dove si trovano i punti da stimolare e potrete constatare che si tratta di tecniche davvero semplici, che potete praticare in ogni momento della giornata.
In questo post vi voglio parlare in particolare di SET e delle tre strategie di EFT Integrata, messe a punto da Andrea Fredi.
SET prevede la stimolazione di una serie di punti sul corpo, mentre si tiene l'attenzione focalizzata sulla problematica da risolvere (che può essere un pensiero negativo, un ricordo, una sensazione fisica sgradevole, una convinzione, una paura, una fantasia etc) e si osserva cosa accade dentro se stessi.
La stimolazione di questi punti, mediante il tapping, il massaggio o una leggera pressione delle dita, permette di raggiungere un rapido cambiamento sia dello stato psicofisico sia dell'orizzonte percettivo ed emotivo della persona che la pratica.
Mentre EFT classica prevede di iniziare con la stimolazione del punto Karate (che è situato a lato della mano) facendo delle affermazioni che iniziano sempre con "Io amo e accetto me stesso anche se ho questo problema...", EFT Integrata ha sostituito questa frase con il motto del filosofo greco Eraclito "Tutto scorre, tutto cambia", quindi anziché dire "Io amo e accetto me stesso anche se ho questo problema" diremo "Anche se ho questo problema, tutto questo può cambiare e cambia mentre l'osservo". Si tratta di una formula più generica che comprende, a differenza di quella usata nell' EFT classica, ogni possibile problematica che ci si presenti nella vita (dalla mancanza di autostima che presuppone un problema di amore verso se stessi, al classico mal di schiena e così via).
Focalizzandoci sul fatto che tutto scorre e tutto può cambiare e cambia mentre l'osserviamo, si introduce una variabile fondamentale che è quella di prendere coscienza che la vita è flusso ed è in continuo movimento.
Dopo aver pronunciato questa frase, lasciamo che essa agisca dentro di noi, nel frattempo stimoliamo il punto Karate. Proseguiamo poi con SET, stimolando tutti gli altri punti.
EFT consente, attraverso l'auto-stimolazione di 15 punti dell'agopuntura, un riequilibrio consapevole del flusso di energia nel nostro corpo, il quale a sua volta aiuta a trasformare pensieri, emozioni, sensazioni e comportamenti che limitano la piena espressione di sé.
EFT, come molte altre tecniche energetiche, ha come scopo quello di aiutare l'individuo ad uscire dallo stato ipnotico nel quale spesso vive e ad ampliare la sua consapevolezza.
Quello che bisogna comprendere è che solo un reale ed effettivo innalzamento del livello di coscienza può determinare un cambiamento positivo della nostra vita, tale da guidarci nel percorso che la nostra Anima è venuta a compiere.
Io pratico EFT Integrata e SET da ormai molto tempo e quello che ho riscontrato è stato un aumento progressivo del mio livello di energia e di potere personale e un aumento della consapevolezza del mio potere spirituale. Praticandolo giornalmente, ho imparato a gestire le mie emozioni nel momento in cui le provo, nel qui ed ora, senza accantonarle o rimandarle a chissà quando; ho imparato ad individuare i mondi congelati che ho cristallizzato nel mio inconscio e a scioglierli, riportando nel mio centro l'energia dislocata in quei mondi. Lo considero un potente strumento per il riequilibrio energetico e per l'elevazione spirituale. Permette di accrescere la propria vitalità giorno per giorno e di riequilibrarsi ad una velocità sorprendente.
Purtroppo viviamo in un mondo disarmonico, in cui è presente molta energia negativa. Siamo continuamente bombardati da parole e pensieri negativi, immagini negative che vengono trasmesse dai media, abbiamo credenze e convinzioni negative e depotenzianti che ci sono state trasmesse. Tutto ciò ci porta continuamente ad essere in uno stato di disequilibtio tale per cui fatichiamo ad esprimere il nostro vero potenziale, i nostri talenti e i nostri doni spirituali.
Abbiamo il dovere di tenerci energeticamente puliti per diventare la migliore espressione di noi stessi.
EFT Integrata e SET ci possono aiutare a raggiungere questo obiettivo.
Grazie a queste tecniche energetiche possiamo acquisire maggiore consapevolezza di cosa, nel qui e ora, ci blocca, portandoci fuori dal nostro centro. Può trattarsi di un evento non digerito, di una convinzione, una credenza o una semplice fantasia che abbiamo creato. Quando prendiamo coscienza di ciò, siamo in grado di identificare cosa c'è nel nostro orizzonte percettivo che ci sta limitando, causandoci una determinata reazione emotiva, fisica e mentale. Una volta identificato il nostro mondo congelato, possiamo iniziare a stimolare i punti sul corpo, mantenendo l'attenzione sulla problematica da risolvere. Alla fine della procedura, ci renderemo conto che qualcosa è cambiato sia nella nostra rappresentazione congelata sia nelle nostre reazioni ad essa. Se ci accorgiamo che c'è ancora qualcosa di questo mondo congelato che ci provoca una reazione, allora ripetiamo la procedura. Può capitare anche che, il mondo congelato faccia riaffiorare un ricordo, in tal caso continueremo a lavorare ripetendo la procedura e focalizzando la nostra attenzione sul ricordo che è emerso. Se, mentre attiviamo i punti, emergono pensieri del tipo “Non sono abbastanza bravo” oppure "Non sono capace a fare niente", focalizziamoci dentro di noi su quello che è emerso.
Se le emozioni emergono, possiamo con il tapping elaborarle in modo tale da lasciarle andare. Invece se rimangono sepolte dentro di noi, non possiamo liberarcene e saremo sempre condizionati da esse.
Quando pratichiamo SET o EFT (sia classica sia Integrata) ci
sono dei segnali del corpo che ci dicono se stiamo lavorando bene. Poiché sono
tecniche somatopsichiche, cioè dal corpo agiscono sulla mente, i segnali
di cambiamento sono principalmente corporei e sono:il sospiro, ossia ci verrà
da fare un sospiro di sollievo; lo sbadiglio; umido intorno agli occhi; brividi; caldo o freddo, sia generalizzato sia in
specifiche parti del corpo (ad esempio se si lavora su qualche problematica fisica, proprio perché con questa
tecnica si va a riattivare il Qi ovvero l'energia vitale, la zona spesso può diventare calda); ci può venire da ridere o da piangere; possiamo avere un cambiamento di
percezione; possiamo anche sperimentare un cambiamento di punto di
vista.
Praticando SET, la componente
essenziale è l’auto-osservazione. Poiché, diversamente da EFT Integrata non si dicono
frasi ma si attivano solo i punti, è importante osservare tutto ciò che avviene nel
corpo, nelle emozioni e nei pensieri. Facendo questo lavoro di
auto-osservazione, possiamo constatare come cambia la situazione dentro di noi.
SET ed EFT Integrata sono metodi di
auto-aiuto. Non è il terapista che fa il lavoro sulla persona, ma è la persona
stessa ad agire su se stessa. L’auto-osservazione è la chiave,
in quanto presume che noi siamo qui: è dunque un atto di presenza. Normalmente
tendiamo a vivere nel futuro o nel passato, con l’auto-osservazione ci
abituiamo a vivere nel presente.
Se alla fine della procedura saremo rilassati e con una prospettiva nuova, allora vorrà dire che abbiamo fatto un ottimo lavoro su noi stessi.
Praticate con costanza questo metodo su ogni problematica che vi si presenti nella vita, su ogni emozione non funzionale che provate e su ogni convinzione o pensiero depotenziante che avete e vedrete che benefici otterrete.
Ora vediamo nello specifico quale è la procedura e quali sono i punti che occorre stimolare.
Focalizzate prima di tutto l'attenzione sulla problematica che state vivendo: un disturbo fisico, un'allergia che non passa, un ricordo che continua a riaffiorare e che vi crea disagio, una sensazione di fastidio che avvertite nel corpo, un pensiero negativo, una convinzione limitante e così via.
Iniziate poi la stimolazione dei 15 punti.
Il primo punto da stimolare è il cosiddetto punto Karate, situato nel taglio della mano, vale a dire nella parte laterale della mano. Qui troviamo il Meridiano dell'intestino tenue. Essendo i Meridiani bilaterali, trovate il punto Karate su entrambe le mani. Per stimolarlo sarà sufficiente picchiettarlo con le dita dell'altra mano. Volendo si possono stimolare i punti di entrambe le mani, battendo alternativamente i pugni sul palmo di una mano e poi sull'altra. Mentre picchiettate il punto, focalizzate l'attenzione sulla problematica da risolvere.
Il secondo punto si trova sopra la testa (dove c'è la fontanella dei neonati), esattamente nel centro: esso è il punto in cui confluiscono tutti i Meridiani Yang superiori.
Il terzo punto è quello situato all'inizio del sopracciglio, anch'esso bilaterale, c'è sia a destra sia a sinistra. Questo punto è quello del Meridiano di Vescica urinaria. In questa area, per la stimolazione, potete utilizzare tre dita, l'indice e l'anulare per stimolare i punti situati all'inizio del sopracciglio e il medio per stimolare quello che viene chiamato extra punto 1 che si trova sul Meridiano di Vasogovernatore ed è situato in centro tra le due sopracciglia. Da studi che sono stati condotti, è stata
avvalorata la sua capacità di calmare e di abbassare lo stress, quindi
stimolarlo aiuta molto a ritrovare la serenità.
Il quarto punto è a lato dell'occhio e corrisponde al Meridiano di Cistifellea, anch'esso bilaterale, quindi possiamo stimolare entrambi i lati o solo da una parte. Ricordatevi di mantenere sempre l'attenzione sulla problematica da risolvere e su ciò che emerge dentro di voi.
Il quinto punto è sotto l’occhio e corrisponde al Meridiano di Stomaco. Anch'esso è bilaterale, quindi potete stimolare da entrambe le parti, rimanendo sempre focalizzati sul problema da risolvere e su ciò che emerge dentro di voi.
Il sesto punto è sotto il naso e corrisponde al Meridiano di Vasogovernatore.
Il settimo punto è situato sotto il labbro, sul mento, e corrisponde al Meridiano di Vasoconcezione.
Vasogovernatore e Vasoconcezione,
in Medicina Tradizionale Cinese, costituiscono quello che viene chiamato il
piccolo circuito celeste, in pratica una circolazione di energia che nutre tutti
gli altri Meridiani.
L’ottavo punto è quello delle
clavicole e corrisponde al Meridiano di Rene. E' anch'esso bilaterale, pertanto potete stimolare da entrambi i lati.
Il nono punto è quello sotto il braccio tra le costole e corrisponde al Meridiano di Milza. (vi do due dritte per trovare questo punto: per gli uomini sarà sufficiente che partano dal capezzolo e, stando alla stessa altezza, troveranno il punto da attivare tra le costole; per le donne sarà sufficiente seguire l’elastico del reggiseno). L'attivazione di questo punto può dare un
po’ di dolore in quanto in esso spesso si accumula e ristagna la linfa. Se fa troppo male, basta ridurre l’intensità con cui si picchietta o se preferite, anziché picchiettare, potete massaggiare dolcemente.
Il decimo punto è quello sotto il
pettorale e corrisponde al Meridiano di Fegato.
Gli altri punti da stimolare si trovano sulle
dita, sono situati lateralmente sulla parte esterna, alla
radice dell’unghia. Fanno eccezione l'anulare, in cui il punto da stimolare è all'interno, nella parte rivolta verso il mignolo, e il mignolo che ha due punti, uno all'esterno e uno all'interno. Vi consiglio di stimolarli schiacciandoli di lato. Il pollice corrisponde al Meridiano di Polmone, l’indice al Meridiano di Intestino crasso, il medio al Meridiano di Pericardio o Ministro del cuore, l’anulare al Triplice riscaldatore e il mignolo permette di attivare due Meridiani: all'interno il Meridiano
di Cuore e all'esterno il Meridiano di Intestino tenue (che è lo stesso Meridiano che attiviamo quando stimoliamo il punto Karate).
Ricordatevi che durante la stimolazione dei vari punti dovete respirare profondamente. Vi dico, per esperienza, che le prime volte andrete in apnea, concentratevi in modo tale da respirare in modo profondo.
E' importante che, durante la procedura, osserviate ciò che accade in voi, potrebbero arrivare pensieri, attivarsi delle reazioni fisiche o emergere delle emozioni che erano state accantonate.
Quando arrivate al mignolo,
fate un bel sospiro e focalizzatevi di nuovo sulla problematica e
osservate che cosa è cambiato. Solitamente, può accadere che vi sentiate più rilassati, però può anche succedere che vi sentiate più nervosi, più sotto stress o più tristi rispetto a prima. Questo succede quando si portano a galla dei ricordi, delle emozioni o qualunque altra cosa che era stata "congelata". In questo caso, vi consiglio di continuare la stimolazione dei punti, al fine di far emergere la problematica nella sua profondità. Stimolate i punti fino a quando l'intensità della problematica e delle vostre reazioni sarà pari a zero.
Andando a stimolare i punti con EFT Integrata o con SET, mantenendo l'attenzione focalizzata su ciò che ha attivato le nostre reazioni, determineremo la trasformazione di quell'evento, ricordo, fantasia, credenza etc all'interno della nostra coscienza.
Ci sono diversi modi per applicare EFT Integrata. Andrea Fredi, in proposito, ha elaborato tre strategie. Scegliete quella più adatta a voi:
- EFT Integrata prima strategia: consiste nello stimolare i punti ripetendo la frase "Anche se ho questa problematica (ricordo, fantasia, convinzione etc), tutto questo può cambiare e cambia mentre l'osservo". Continuiamo con la stimolazione fino a quando la problematica non si dissolve, comportando un cambiamento nelle emozioni che proviamo.
- EFT Integrata seconda strategia: si basa sostanzialmente sulla Logosintesi, parte dal presupposto che una parte della nostra coscienza è rimasta cristallizzata in quello che Andrea Fredi definisce mondo congelato. Tale strategia prevede di utilizzare la formula "Anche se una parte della mia coscienza è rimasta cristallizzata in questa determinata situazione/memoria, convinzione, fantasia, recupero tutta l'energia che ho utilizzato per creare e mantenere questa rappresentazione e la riporto nel mio centro".
C'è ancora una terza strategia di EFT Integrata, che si basa sul concetto di sovranità interiore. Qui la frase che usiamo è: "Anche se ho questa problematica, situazione, convinzione, fantasia, recupero tutta la mia energia dalla parte della mia coscienza che ha creato tutto questo e la riporto nel mio centro". E’ importante riportare in noi l’origine di quanto stiamo vivendo anche fuori di noi. Questo tipo di approccio porta al risveglio della propria sovranità interiore che non deve però scadere in un delirio di onnipotenza narcisistico. L’idea è di essere sovrani di noi stessi in interazione con tutto quanto ci circonda, quindi con tutti gli altri esseri viventi presenti nell’Universo. E' importante sapere che i mondi congelati non hanno origine solo dal concepimento, ma ci sono anche quelli transgenerazionali che, quando ci incarniamo sulla Terra ed entriamo in una specifica famiglia, ereditiamo in automatico. Questi sono i cosiddetti mondi congelati familiari. Secondo questa strategia, dobbiamo considerare ogni situazione vissuta come una nostra emanazione, vale a dire una nostra proiezione consapevole o inconsapevole. In tal modo vengono meno tutti quegli atteggiamenti vittimistici che la maggior parte degli esseri umani tende a mettere in atto. La maggior parte delle persone, infatti, ricerca la responsabilità di quanto accade nella loro vita al di fuori di sé. Questo ovviamente non è un atteggiamento potenziante, in quanto esclude qualunque possibilità di riappropriarsi del proprio potere. Quando ci riappropriamo del nostro potere, possiamo andare alla ricerca di memorie, convinzioni e fantasie e dissolverle. Tale concetto parte dal presupposto che siamo noi responsabili consapevolmente o inconsapevolmente di quanto ci accade. Qualunque cosa di cui facciamo esperienza accade perché, a qualche livello, l'abbiamo consapevolmente voluto oppure è frutto dei mondi congelati che ancora portiamo dentro di noi.
CONCLUSIONE
Per iniziare vi consiglio di praticare SET o le prime due strategie di EFT Integrata. Per quanto riguarda la terza strategia di EFT Integrata, vi consiglio di utilizzarla dopo che avrete sviluppato una maggior capacità di auto-osservazione.
Mentre SET e le prime due strategie di EFT Integrata danno risultati praticamente immediati, la terza strategia richiede maggior tempo. A volte l'effetto è immediato e quindi si ha un cambiamento di percezione istantaneo, altre volte sono necessarie ore, se non addirittura un'intera notte - durante la quale avviene un'elaborazione onirica - per comprendere e trasformare una determinata tematica.
Per convenzione sia nell' EFT classica sia nell' EFT Integrata la frase iniziale si pronuncia picchiettando il punto Karate. Ovviamente non è vincolante, in realtà possiamo pronunciarla anche
picchiettando qualunque altro punto. Funziona lo stesso.
SET ed EFT Integrata si possono applicare anche in presenza di un problema fisico o psicologico, questo però non significa che debbano sostituire un trattamento medico che si sta seguendo. Nel caso in cui siate sottoposti a cure mediche specifiche o a trattamenti specifici, prima di praticare queste tecniche energetiche vi consiglio di parlarne con il vostro medico o il vostro terapeuta.
Il mio consiglio è di sperimentare queste tecniche energetiche su fastidi passeggeri, quali può essere un mal di testa o un mal di schiena improvvisi, questo vi permetterà di familiarizzare con esse e, a poco a poco, di integrarle nella vostra vita per ogni disturbo o problematica che si presenti.
Ho imparato questa tecnica seguendo un corso con Andrea Fredi, che vi consiglio vivamente di frequentare, e non l'ho più abbandonata. Usatela e ne capirete la ragione.
Buon lavoro Anime in evoluzione e, se avete qualche dubbio, non esitate a contattarmi.
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