"Essere" per vivere nel momento presente
Quanto riusciamo a goderci il momento presente? Quanta attenzione riusciamo a dare a ciò che ci accade proprio nel momento in cui accade?
La nostra mente è costantemente affollata da moltissimi pensieri, che passano velocemente, mentre siamo impegnati a fare altro, e che ci distraggono da ciò che stiamo facendo.
Quante volte, ci capita di dire "Oggi non ci sto con la testa" oppure "Cosa sto facendo?" o ancora "Cosa sono venuto a prendere?".
La nostra mente è in continuo ed ossessivo movimento, non si ferma mai. Ciò ci porta ad avere tantissimi dialoghi interiori, che finiscono per generare in noi stati di ansia, stress, agitazione, rabbia e depressione.
Questo succede perché siamo sempre nella modalità del fare, ovvero quel modus operandi che ci spinge ad essere sempre attivi, a seguire i nostri pensieri e a programmare sempre qualcosa al fine di ottenere qualche risultato. Questo atteggiamento, purtroppo, ci fa perdere il momento presente, quell'istante prezioso e unico che non si ripeterà più.
Qual'è allora la soluzione per uscire da questa condizione?
La soluzione è riuscire ad entrare nella modalità dell'essere. Solo quando siamo in questa modalità abbiamo la possibilità di osservare con maggior consapevolezza tutto il lavorio ossessivo della nostra mente e renderci conto che sono solo pensieri, immateriali e inconsistenti, che vengono e vanno. Se impariamo a non identificarci con loro, eviteremo tutto il dolore che inevitabilmente affiora se continuiamo a tornare al passato o a proiettarci mentalmente nel futuro.
Nella società attuale, che ci vuole "sempre sul pezzo", espressione che ormai va di moda, la nostra consapevolezza è focalizzata esclusivamente su degli obiettivi che ci prefissiamo e sul cercare di fare di tutto per raggiungerli.
Tendiamo tutti a pianificare, analizzare, rimuginare e pensare in ogni secondo della nostra esistenza, pensiamo e cerchiamo di programmare ciò che dobbiamo o dovremmo fare nel futuro più prossimo, tra un mese, tra un anno e così via. Così facendo, però, finiamo per vivere al di fuori di noi stessi, sempre proiettati in un tempo che non esiste: il passato è già stato e non può essere cambiato e il futuro non è un tempo reale, perché ancora non esiste.
Per diventare consapevoli veramente dobbiamo passare quindi dalla modalità del fare alla modalità dell'essere che è quella che ci apre verso noi stessi, al nostro vero Io, al nostro vero essere e che consiste nello stare fermi nella presenza in un dato momento, senza per questo sentirci delle nullità o dei nullafacenti, come vuole farci credere la società in cui viviamo.
Questo non significa che non dobbiamo porci obiettivi o "fare", vuol dire solo che dobbiamo riuscire a trovare un equilibrio tra queste due modalità, altrimenti finiremo per identificarci con la nostra mente e saremo sempre schiavi dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e delle nostre attività.
E' del tutto normale essere presi dai nostri progetti e dai nostri pensieri, dobbiamo però imparare a concentrarci realmente su ciò che facciamo, mantenendo l'attenzione su ciò che succede nell'istante stesso in cui accade. Questo significa, quindi, abbandonare il concetto del "multitasking" e iniziare a fare una cosa per volta ed essere totalmente in quella cosa nel momento in cui la stiamo facendo.
L'attività frenetica della nostra mente ci porta, infatti, ad agire sotto un costante impulso di azione. Secondo la nostra mente, solo se agiamo seguendo i nostri pensieri possiamo ottenere qualcosa, questo ci porta a credere che siano più reali i nostri pensieri della realtà stessa, con il risultato di disconnetterci totalmente da noi stessi e dalla realtà concreta.
La via di uscita da questo vortice mentale negativo che si autoalimenta è diventare consapevoli del fatto che i pensieri sono solo pensieri, costrutti mentali e non eventi reali, e che noi non siamo i nostri pensieri.
Se impariamo ad osservare i nostri pensieri come spettatori esterni e distaccati, avremo modo di scoprire la differenza che c'è tra ciò che è concreto e ciò che, invece, non lo è e questo ci permetterà di avere una visione più reale e chiara di chi siamo e di ciò che ci circonda.
Perché questa trasformazione abbia luogo in noi, occorre disimparare tutto ciò che ci è stato insegnato, in primo luogo occorre capire che trascorrere del tempo senza far nulla non è un crimine ma è un atto dovuto per riconnettersi con se stessi. Il più delle volte agiamo infatti sotto la guida del pilota automatico che ci porta a compiere delle azioni ripetute e automatiche, i cosiddetti automatismi, come ad esempio camminare, lavarsi i denti, bere, mangiare e così via.
Se vogliamo eliminare questi automatismi dalla nostra vita, per ogni azione che compiamo, anche la più scontata, dobbiamo renderci conto di ciò che stiamo facendo e compiere quell'attività con consapevolezza, anche se si tratta semplicemente del bere un bicchiere di acqua.
Per vivere nel qui e ora e goderci ogni momento prezioso che abbiamo a disposizione, occorre tornare in contatto con se stessi, con i propri sensi, smettendo di dare tutto per scontato.
Altra cosa che ci porta a vivere continuamente al di fuori di noi, è il fatto che il nostro cervello, ahimè, in automatico ci porta a confrontare sempre la nostra realtà con quella che invece vorremmo che fosse. Questo atteggiamento ci spinge a pensare "sarò felice solo se...", in questo modo rimettiamo la nostra felicità alla realizzazione nella vita di determinate condizioni. Facendo così, finiamo però per vivere costantemente nell'attesa di qualcosa di straordinario che non accadrà mai e non permettiamo alla nostra vita di essere così com'è (parlo del potere dell'accettazione in uno dei miei post, se desideri leggerlo clicca sul link https://agape-ilritornoallamadreterra.blogspot.com/2024/03/il-potere-dellaccettazione-come.html).
Accettare la vita così com'è ci permette di sospendere qualsiasi giudizio e di lasciare che le cose siano libere di essere quello che sono, senza frapporre tra noi e loro dei filtri mentali. Ciò non significa che dobbiamo rassegnarci se qualcosa nella nostra vita non ci piace. Non si tratta, infatti, di rassegnarsi ma di considerare il presente in modo da riuscire a vedere bene la realtà in cui viviamo e permettere a noi stessi di scegliere e dunque di agire obiettivamente e consapevolmente, senza essere preda di ansie, paure e stress.
Spesso ci tormentiamo con frasi del tipo "non so cosa fare, non so se sto facendo la cosa giusta", oppure "ho troppi pensieri per la testa..."., finendo per credere che i pensieri se ne andranno da soli. In realtà non è così, i pensieri non se ne andranno da soli, anzi si ripresenteranno e noi sprecheremo altro tempo e altre energie per evitarli.
La modalità giusta per uscire da questo processo mentale distruttivo è quello di accettare con consapevolezza gli stati mentali inevitabili, limitandoci ad osservare i pensieri, senza cadere nelle paranoie, accettandoli come semplici pensieri che, come le nuvole, arrivano e poi se vanno. Solo in questo modo, potremo diventare padroni del nostro tempo e delle nostre energie, in quanto anziché seguire la mente, dedicheremo il tempo a nostra disposizione per fare qualcosa che ci fa stare bene, che ci ricarica e ci rinvigorisce.
Cosa possiamo fare per cambiare realmente?
Il primo passo è iniziare a pensare consapevolmente, ascoltando ciò che abbiamo nel cuore. Il secondo passo è scoprire quali sono le attività che ci fanno stare davvero bene e quali invece quelle che non ci piace fare e che esauriscono le nostre energie, creandoci un profondo senso di malessere, facendoci sentire inadeguati, sbagliati o intrappolati. Il terzo passo è smettere di fare ciò che non ci piace e dedicare il nostro tempo a ciò che ci rende felici e ci nutre con amore.
Le domande che ci dobbiamo porre e che ci possono aiutare a cambiare sono: "Sto scegliendo consapevolmente le attività che mi danno energia e mi nutrono e riesco a lasciare andare quelle che invece mi privano del mio benessere?"; "Cosa posso fare per aumentare il tempo e le energie che dedico alle attività che mi fanno stare bene?"; "Cosa sto provando in questo momento?".
Per rispondere a queste domande dobbiamo abbandonare gli atteggiamenti automatici, uscire dalla modalità del fare ed entrare in quella dell'essere, in cui prestiamo ascolto a noi stessi e a ciò che stiamo vivendo nel momento presente (se vuoi conoscere i 7 pilastri della Mindfulness per vivere in modo consapevole, leggi il mio post https://agape-ilritornoallamadreterra.blogspot.com/2024/07/i-7-pilastri-della-mindfulness-per.html)..
Spesso svolgiamo delle attività o facciamo scelte che sono delle semplici abitudini. Altre volte, sono le abitudini stesse che ci portano a compiere delle scelte sbagliate. La cosa assurda, e in un certo senso anche pericolosa, è che il più delle volte tale comportamento lo mettiamo in atto senza neanche rendercene conto. In questo modo, le abitudini finiscono per radicarsi in noi e, se sono abitudini negative, finiscono per farci del male. Per fare degli esempi, non ci rendiamo conto di quanto tempo passiamo al cellulare o al computer ogni giorno, di quanto poco camminiamo, di quanto poco beviamo perché presi dalle nostre attività quotidiane, e di quanto poco tempo dedichiamo a chi amiamo perché immersi nei nostri pensieri. E poi ci stupiamo se siamo sempre nervosi, arrabbiati, se ingrassiamo, se soffriamo di insonnia o se le nostre relazioni sono alla deriva.
E' importante rendersi conto di quanto queste abitudini limitino la nostra vita, la nostra creatività e di quanto ci rendano infelici.
Solo osservando, senza alcun giudizio, potremo essere consapevoli di ciò che sta accadendo e prendere la strada giusta, imparando così a sostituire il comportamento abituale con un comportamento nuovo e magari più vantaggioso per noi.
E' fondamentale quindi praticare l'osservazione e la consapevolezza e imparare a fermarci e respirare. Così facendo, ci potremo rendere conto di quelle che sono le nostre abitudini, i nostri automatismi e potremo decidere di cambiare i nostri comportamenti compiendo scelte diverse, senza farci risucchiare da un vortice di pensieri negativi e ripetitivi e da abitudini dannose.
Ci sono due attività che vi consiglio di sperimentare proprio perché in grado di risvegliare la nostra coscienza e di renderci più consapevoli, sono: lo yoga e la meditazione. In entrambe, l'attenzione viene portata al respiro e questo ci consente di rimanere nel momento presente.
Un consiglio che vi do, questa settimana, inoltre, è di provare a cambiare almeno 4 abitudini che avete. Ad esempio, potete scegliere un percorso diverso da quello che percorrete di solito per andare a lavoro o in palestra o a fare la spesa. Potete provare a cambiare il mezzo di trasporto con cui vi recate a lavoro e quindi anziché prendere l'autobus o il treno, potete scegliere di andare a piedi o in auto. Potete spostare un quadro in casa o un oggetto, trovandogli un posto nuovo in cui collocarlo. E ancora potere decidere di fare una bella passeggiata quando ritornate a casa da lavoro anziché mettervi sul divano, oppure potete decidere di ascoltare musica o fare un bagno caldo anziché guardare il cellulare o la televisione.
Ciò che conta davvero è che siate consapevoli di ciò che state facendo nel momento in cui lo fate, del cambiamento che state attuando e di cosa questo comporta dentro e fuori di voi. Fare ciò richiederà osservazione e consapevolezza.
Attuare questi piccoli cambiamenti vi farà capire quanto siete radicati nelle vostre abitudini, quanto è difficile a volte cambiarle e quanto vi possa rendere felici altre volte riuscire a cambiare anche un solo schema.
Dopo quest'esperienza, alla fine della settimana, chiedetevi cosa avete provato, cosa avete osservato dentro e fuori di voi, che emozione avete provato, come avete reagito mentalmente a quei cambiamenti e cosa avete imparato grazie ai cambiamenti attuati.
Fatemi sapere nei commenti che cambiamenti avete attuato questa settimana e come avete vissuto quest'esperienza!
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