I 7 Pilastri della Mindfulness per vivere in modo consapevole
"L'energia va dove si dirige l'attenzione"
Come affermato dai due padri fondatori della Mindfulness, Tich Nhat Hanh e Jon Kabat Zinn:
"Siamo bravissimi a prepararci a vivere e meno bravi a vivere. Facciamo fatica a ricordarci di vivere, di vivere nel momento presente" (Tich Nhay Hanh)
e
"La Mindfulness è un modo di relazionarsi in maniera saggia e compassionevole a qualsiasi cosa sorga momento dopo momento dopo momento" (Jon Kabat Zinn)
Normalmente, durante la giornata, dirigiamo la nostra attenzione verso le questioni e le difficoltà della nostra vita quotidiana, verso le difficoltà che pensiamo possano arrivare in futuro e, in alcuni casi, anche verso qualcosa che è successo in passato.
Difficilmente riusciamo a vivere nel momento presente. Il qui e ora ci sfugge continuamente proprio perché o siamo proiettati nel passato o siamo proiettati nel futuro.
Poiché l'energia va dove dirigiamo la nostra attenzione, è ovvio che se dirigiamo la nostra attenzione verso situazioni positive, quasi sicuramente anche i nostri comportamenti e il risultato ad essi collegato saranno positivi. Se invece dirigiamo la nostra attenzione verso situazioni negative, sicuramente i nostri comportamenti e il nostro stato d'animo saranno negativi.
E' a questo punto che ci viene in soccorso la Mindfulness.
La Mindfulness affonda le sue origini nelle pratiche di meditazioni delle tradizioni buddhiste asiatiche.
Il termine inglese Mindfulness deriva dalla lingua Pali - la lingua liturgica buddhista - e più precisamente dal termine Sali che significa "consapevolezza" o "attenzione presente e attiva".
La Mindfulness è, dunque, una pratica che trova le radici in secoli di esperienza meditativa e in pratiche nate in luoghi e culture lontane dal mondo occidentale, ma che, grazie a Jon Kabat Zinn, ha avuto anche un riconoscimento scientifico e un'applicazione riconosciuta e largamente utilizzata clinicamente.
Che cos'è davvero la Mindfulness?
Mindfulness è imparare ad essere consapevoli di ciò che stiamo facendo adesso, attivamente e senza giudicare.
Che cos'è la consapevolezza?
Possiamo definire la consapevolezza come la capacità di capire, di discernere, di intuire e di riconoscere ciò che viene percepito e le nostre risposte comportamentali.
La consapevolezza ci permette di creare una condizione dentro di noi di tranquillità, di pace e, di conseguenza, di felicità. Per essere in pace, occorre quindi essere consapevoli.
La pratica della Mindfulness ci aiuta a ridurre ed eliminare la sofferenza legata ad una scorretta comprensione della realtà, questo grazie alla presa di coscienza delle quattro nobili verità, le cui radici affondano nella più antica cultura spirituale buddhista:
- la sofferenza fa parte della natura e dell'esistenza umana
- l'origine della sofferenza è l'attaccamento, l'avversione e la visione errata
- la cessazione della sofferenza è possibile
- il percorso per la cessazione della sofferenza esiste.
Normalmente noi agiamo, ci muoviamo e ci stressiamo per raggiungere un risultato o qualcosa che desideriamo. Questo atteggiamento ci porta ad essere proiettati sempre in avanti, a pensare ai possibili ostacoli che ci possono sorprendere nel raggiungimento del nostro obiettivo e soprattutto a perderci quegli istanti di vita unici e irripetibili che sono racchiusi nel momento presente, l'unico momento che davvero conta.
Solo se impariamo a rimanere nel presente, possiamo goderci il viaggio della vita, lasciando andare ogni attaccamento al risultato.
La Mindfulness ci insegna a fermarci, a non fare e a non raggiungere nulla e questo ci permette di essere presenti a noi stessi, di essere consapevoli e di sapere cosa stiamo facendo nel momento presente. In questo modo, la nostra vita non passerà più inosservata, proprio perché impareremo ad osservare ciò che già c'è.
Restare in ascolto, prestare attenzione e rivolgere l'attenzione su noi stessi e su ciò che ci circonda non è così facile, anzi richiede un grande impegno e molta energia, ma è l'unica opportunità che abbiamo per non perdere i momenti preziosi della nostra vita.
Fermarsi, rallentare ed accettare che tutto rallenti e si fermi può risultare difficile soprattutto per le persone che, come me, sono abituate a fare continuamente, ma è la chiave di volta per essere più consapevoli, più concentrati e più attenti.
E' arrivato, quindi, il momento di scoprire insieme quali sono i 7 pilastri della Mindfulness.
Esistono 7 principi che rappresentano le 7 colonne portanti nella pratica della consapevolezza. E' fondamentale coltivare tutti questi atteggiamenti in quanto sono legati tra loro.
1° PILASTRO: NON GIUDIZIO
Quotidianamente ci lasciamo andare ai giudizi e mettiamo in atto atteggiamenti che servono a mantenere, scacciare o risolvere i giudizi stessi. Facciamo degli esempi: "questo caldo, mi infastidisce, non è normale in questo periodo dell'anno", "non sopporto quando non mi ascolta nessuno, mi viene una rabbia", "è stato bello rivedere Patrizia, chissà se per lei è stato lo stesso. Magari non aveva voglia di uscire con me e lo ha fatto solo per educazione".
La nostra mente mette un'etichetta su ogni nostra sensazione, interna o esterna che sia. E' un'attività incessante e abbastanza normale, che accomuna tutti. Il problema nasce quando i giudizi avvengono in modo istantaneo e automatico, senza che ce ne accorgiamo. E questo, ahimè, accade nella maggior parte dei casi. In questo modo, anche le nostre reazioni saranno automatiche, immediate e inconsapevoli.
Può succedere, ad esempio, che ad una cena con un amico, ad un certo punto accade qualcosa che viene percepito dalla nostra mente, senza alcun motivo reale, come qualcosa di fastidioso e, in automatico, cambiamo atteggiamento, umore e persino postura. Magari sentiamo un fastidio allo stomaco, o un nodo alla gola. Questo accade perché, in quel momento, il nostro corpo sta reagendo ad un evento stressante. Sicuramente non ne capiremo subito il motivo, ma la nostra serata sarà comunque rovinata.
Cosa è successo alla cena? In pratica la nostra mente ha giudicato come negativo qualcosa che non abbiamo realmente osservato. Se lo avessimo fatto, probabilmente avremmo visto che si trattava di una sciocchezza e non ci saremmo infastiditi né tanto meno irrigiditi, e non avremmo reagito in un certo modo permettendo ad un pensiero, magari non reale, di rovinarci la serata.
Quindi, in questo caso cosa si deve fare o non fare?
Ciò che è fondamentale in una situazione simile è non giudicare se stessi per aver espresso un giudizio. Semplicemente osserviamo cosa accade e osserviamo come reagiamo. Mettiamoci in ascolto di ciò che succede nella nostra mente e nel nostro corpo. Facciamo un bel respiro e continuiamo a non giudicarci e a non giudicare l'esperienza vissuta.
E' importante capire che non possiamo bloccare l'attività della mente, però possiamo prestare attenzione a questa attività in modo da accorgerci quando ci lasciamo andare ad un giudizio. Non dobbiamo reprimere il giudizio, semplicemente dobbiamo distaccarci da esso, osservandolo come se fossimo uno spettatore imparziale.
2° PILASTRO: PAZIENZA
E' famoso il detto "Ogni cosa a suo tempo".
Se i risultati che desideriamo non arrivano, forse è perché stiamo indirizzando la nostra energia nella direzione sbagliata.
Un atteggiamento di consapevolezza è quello di osservare ogni istante che viviamo, momento per momento, senza affannarci per capire cosa succederà. L'unico momento importante è quello presente.
Ovviamente i pensieri faranno di tutto per distrarci. Con pazienza osserviamoli, accettiamoli e non cadiamo nella loro spirale.
La pratica costante della Mindfulness ci aiuterà nel tempo ad essere più pazienti, ad accettare che a volte i risultati arrivano e a volte non arrivano.
E' inutile e davvero faticoso rincorrere dei risultati, occorre comprendere che l'unico tempo davvero importante è quello che stiamo vivendo ora, a prescindere dai risultati che otteniamo.
Se vediamo gli altri progredire in qualcosa mentre noi ci sentiamo bloccati, fermiamoci ancora di più, respiriamo e osserviamo cosa succede nella nostra mente e nel nostro corpo.
Se ci fermiamo consapevolmente e rimaniamo in ascolto, diventiamo consapevoli che tutto arriva al momento giusto per noi.
La pratica della Mindfulness ci permette di coltivare la pazienza verso noi stessi e verso gli altri.
Chiediamoci inoltre perché inseguiamo dei risultati. Ci sentiamo forse più completi? Se corriamo e occupiamo il tempo, se riempiamo le nostre giornate con mille attività, ci sentiamo più bravi, più accettati o meno diversi dagli altri?
Questo non significa che dobbiamo essere passivi, è importante però che capiamo perché facciamo ciò che facciamo, se facciamo qualcosa perché ci piace davvero o solo per riempire un vuoto che in realtà è dentro di noi.
Attraverso l'osservazione di noi stessi e dei nostri pensieri, abbiamo l'opportunità di diventare più consapevoli del presente e in questa consapevolezza risiede la vera libertà.
3° PILASTRO: MENTE DEL PRINCIPIANTE
"Il nostro passato condiziona inevitabilmente il nostro presente".
Imparando a lasciare da parte le nostre convinzioni, impareremo a vedere le esperienze per ciò che sono realmente e riusciremo a capire ciò che di straordinario c'è in ogni momento della nostra vita.
Se riuscissimo a goderci le cose come se fosse la prima volta che le viviamo, capiremmo che ogni momento vissuto è unico e irripetibile. La maggior parte delle esperienze che facciamo purtroppo sono dei semplici automatismi.
Approcciando a ciò che ci accade con la mente del principiante, osservando senza utilizzare il filtro delle esperienze passate e senza mettere in mezzo giudizi, emozioni, pensieri o convinzioni, abbiamo la possibilità di comprendere che esistono solo momenti, che ogni momento è unico e che in ogni momento ci sono infinite possibilità di cui non conosciamo l'esistenza.
4° PILASTRO: FIDUCIA
Spesso accade che si sentiamo in balia degli eventi e tendiamo a non fidarci delle nostre sensazioni, preferendo seguire gli altri anche se qualcosa dentro di noi ci dice che forse non è la via migliore.
Avere fiducia in se stessi significa avere rispetto di se stessi.
La Mindfulness ci insegna a trovare in noi la guida di cui abbiamo bisogno. In questo modo, avendo una consapevole fiducia in noi stessi, saremo più portati a capire quando e come dare fiducia agli altri e a scoprire le qualità positive che gli altri possiedono.
Quando ci accorgiamo di non essere noi a decidere, fermiamoci ed osserviamoci, sentiamo se ciò che stiamo seguendo è giusto o sbagliato per noi, restiamo in quella sensazione e osserviamo cosa capita dentro di noi.
Ascoltare gli altri è importante, ma non farsi influenzare lo è ancora di più.
5° PILASTRO: NON CERCARE RISULTATI
Spesso pronunciamo frasi del tipo "Ho uno scopo nella vita, voglio raggiungere tutti i miei obiettivi", oppure "sarò felice solo quando avrò il lavoro dei miei sogni o la casa dei miei sogni" o ancora "starò bene con me stesso solo quando avrò raggiunto la forma fisica che desidero".
Scopo, obiettivi, realizzazione, riuscire in qualcosa ci riportano continuamente al fare. I risultati che desideriamo raggiungere determinano le azioni che mettiamo in campo per ottenerli e quindi anche i nostri atteggiamenti e i nostri comportamenti.
Inoltre, nel momento stesso in cui desideriamo cambiare qualcosa, è come se dicessimo a noi stessi che non andiamo bene così come siamo.
Fermiamoci e osserviamo i nostri pensieri senza giudicarli. Ritorniamo nel momento presente, solo in questo modo, possiamo uscire dalla modalità del fare ed entrare nella modalità dell'essere.
Anche durante la meditazione, non dobbiamo cercare alcun risultato, limitiamoci ad osservare senza pensare "ora mi concentro sul respiro, oddio non riesco a concentrarmi ...".
Non dobbiamo ottenere alcun risultato, limitiamoci ad osservare senza giudicare i nostri pensieri o la nostra mancanza di concentrazione. Restiamo in quel momento e viviamo quel momento come se non lo avessimo mai vissuto prima.
6° PILASTRO: ACCETTAZIONE
Quando smettiamo di cercare risultati, siamo più propensi ad accettare le cose per quello che sono.
Accettare significa vedere le cose per quello che sono nel momento in cui accadono.
Ci sarà capitato almeno una volta nella vita, a me anche di più, di voler essere qualcun altro, di voler vivere in un altro posto o di non voler vivere determinate esperienze. E' normale, ma occorre essere consapevoli che i pensieri sono solo pensieri.
Impiegare tutte le nostre energie fisiche e mentali per opporci o resistere alle situazioni, o voler cambiare a tutti i costi una situazione, è uno spreco di energie, un impegno inutile e controproducente.
Essere attenti, osservare, capire e accettare significa vedere le cose per come sono realmente e ciò rappresenta la condizione più saggia per il reale cambiamento.
Accettare non significa essere passivi, pessimisti o rassegnati, tutt'altro. Significa essere concentrati su cosa veramente conta e su come capire dove rivolgere l'attenzione e, di conseguenza, l'energia. Significa vedere una situazione per quello che è e non per quello che dovrebbe essere secondo noi.
Solo quando accettiamo ciò che avviene, momento per momento, abbiamo la mente libera di vedere oltre.
Quindi non forziamo un cambiamento, accettiamo che le cose vadano in un determinato modo, ascoltiamoci e cerchiamo di capire cosa stiamo attraversando e perché. Così facendo, non sprecheremo energia per voler cambiare a tutti i costi una situazione nell'immediato.
Impariamo ad accettarci ora per quello che siamo e ad accettare il momento che stiamo vivendo ora, con amore. Questo è il primo passo per utilizzare le nostre energie in modo saggio.
Ricordiamoci che ogni cambiamento passa prima dall'accettazione di come siamo.
7° PILASTRO: LASCIARE ANDARE
Alcune volte quando una relazione finisce, non vogliamo lasciare andare l'altra persona, perché per noi la storia non è finita davvero; altre volte quando abbiamo un problema non ci vogliamo pensare, perché già il solo pensiero ci fa stare male.
La nostra mente tende a persistere nei pensieri positivi e a trattenerli il più a lungo possibile. Mentre ci sono pensieri che non vogliamo affrontare o che vogliamo allontanare ad ogni costo, ottenendo il risultato opposto, vale a dire che continueranno a ripresentarsi più forti di prima.
La Mindfulness ci insegna a prendere le distanze da entrambe le forme di pensiero e a lasciare andare.
Lasciare andare significa raggiungere uno stato di pace mentale tale da permetterci di non sprecare energie.
Non è un processo semplice, occorre fermarsi, osservare i pensieri e le reazioni che abbiamo, imparando ad accettarle senza giudizio, per poi alla fine lasciare andare ciò che va lasciato andare.
Lasciare andare consapevolmente è un atto di amore verso noi stessi. Osserviamo quindi, durante la giornata, i nostri pensieri, proviamo a vedere se c'è un pensiero, positivo o negativo che sia, che si ripresenta alla mente e proviamo a sentire cosa questo pensiero comporta mentalmente e fisicamente. Proviamo a capire se lo vogliamo respingere o, al contrario, trattenerlo. Facendo ciò con consapevolezza, impareremo a lasciare andare ciò che non ci serve.
Praticare la Mindfulness ci dà l'opportunità di vivere la nostra vita in modo più consapevole, assaporando ogni attimo e vivendo ogni momento con la consapevolezza che è unico e irripetibile.
Ci aiuta, inoltre, a gestire al meglio lo stress e le emozioni, sia quelle positive sia quelle negative, il che comporterà un notevole miglioramento della nostra salute e del nostro benessere psicofisico.
Praticare Mindfulness non richiede che siano presenti delle condizioni particolari, la si può praticare davvero in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo: mentre passeggiamo, mentre siamo fermi ad un semaforo, mentre ci laviamo i denti o mentre laviamo i piatti. Non ci sono limiti e non abbiamo scuse per non praticare.
Se la fate diventare parte della vostra quotidianità, vi accorgerete in poco tempo dei grandi benefici che apporterà alla vostra vita. Per renderla più facile, potete utilizzare il respiro come un'ancora che vi riporta al presente.
La pratica della Mindfulness ci aiuta, inoltre, a capire che noi non siamo i nostri pensieri. Essi fluiscono nella nostra mente e noi possiamo scegliere di seguirli o di lasciarli scorrere limitandoci ad osservarli.
Nel momento in cui prendiamo consapevolezza del fatto che i pensieri sono solo pensieri e non ci identificano in alcun modo, migliora anche la nostra capacità di gestire le emozioni. Quando cessiamo di identificarci con i nostri pensieri e con le nostre emozioni, essi finiscono per perdere potere.
Essere consapevoli di ciò ci può aiutare a cambiare la consapevolezza di noi stessi e a migliorare il nostro benessere psicofisico.
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