Gastrite: che cos'è, qual'è la sua causa psicosomatica e quali sono le erbe efficaci per curarla
Poiché sono convinta che ogni disturbo fisico abbia un'origine psicosomatica, proviamo a capire dal punto di vista dell'Anima perché soffriamo di gastrite.
La gastrite è anche definita bruciore di stomaco. E' fondamentale capire cosa succede, a livello emozionale e mentale, alla persona che soffre di questo disturbo allo stomaco, tenendo conto che la persona in questione vive o ha vissuto molta collera e che ciò che ha vissuto le "bruciava".
Sul piano emozionale, tutti i disturbi di stomaco hanno un legame diretto con la difficoltà di accettare o di digerire una persona, un evento o una situazione. Chi soffre di stomaco, prova soprattutto intolleranza e paura di fronte a qualcosa che trova, per così dire, stomachevole. Oppone resistenza alle idee nuove, soprattutto se non provengono da lui. Ha difficoltà ad adattarsi a qualcuno o a qualcosa che mette in discussione i suoi piani, le sue abitudini o il suo modo di vivere. Il critico interno in questa persona è dunque piuttosto forte, cosa che le impedisce di mollare la presa e di lasciar parlare il cuore, il quale non chiede altro che di poter accettare incondizionatamente. Spesso questa persona si accusa di non avere abbastanza pelo sullo stomaco, ovvero di mancare di audacia.
A livello mentale, la persona che ha problemi di stomaco tende a voler controllare ogni cosa. Per guarire, deve quindi smettere di voler controllare tutto, opponendo resistenza alle idee altrui. Invece di credersi impotente perché non riesce a cambiare gli altri o una data situazione, deve prendere coscienza del potere che ha nel creare la propria vita e accettare incondizionatamente gli altri nella loro diversità. E’ importante che dia più fiducia agli altri, così come deve fidarsi della capacità del suo stomaco di digerire gli alimenti.
Non c’è bisogno di dire alle persone che ci circondano come devono comportarsi, così come non dobbiamo dire al nostro stomaco come svolgere il suo compito. Tutti abbiamo i nostri modi diversi di vedere la vita e dobbiamo imparare a rispettare gli altri anche se hanno idee diverse dalle nostre.
I pensieri tipo è ingiusto o è sbagliato o è idiota, e così via, che si alimentano, non sono di alcun beneficio, anzi bloccano l’evoluzione della persona che li ha, proprio come lo stomaco blocca la digestione del cibo. Diventando più tolleranti nei confronti degli altri, lo si diventerà anche nei confronti del cibo.
Al mattino è ottimo prendere un cucchiaino di argilla ventilata. La si deve assumere per venti giorni consecutivi, dopo venti giorni va sospesa per dieci giorni; in alternativa la si può prendere per dieci giorni, sospenderla 10 giorni, riprenderla per 10 giorni e così via. Va sospesa per un po’ in quanto in alcuni casi può provocare stitichezza, per contro però può regolare le persone che soffrono di stitichezza.
L’argilla toglie l’infiammazione ed è cicatrizzante. Va bene anche per le acidità dovute alla gravidanza.
Se la persona non soffre di pressione alta, è utile anche prendere la polvere di liquirizia, da assumere durante la giornata. A riguardo, occorre fare attenzione perché ci sono due tipi di polvere di liquirizia: la polvere di liquirizia semplice (che è la pura radice macinata) che va bene per la gastrite; e la polvere di liquirizia composta, che contiene altre erbe e viene data come purga.
La dose consigliata è di due cucchiaini al giorno di polvere di liquirizia semplice, da assumere anche insieme all'argilla in un bicchiere di acqua.
Una regola importante da rispettare è che tutto ciò che si prende per lo stomaco è meglio prenderlo a digiuno.
In caso di gastrite, è consigliato anche l'uso dell'aloe vera che aiuta molto lo stomaco, in quanto svolge una funzione simile alla bava di lumaca. L'aloe, in natura, contiene l'aloina che è un principio attivo molto irritante per l'intestino; adesso però sul mercato si trovano prodotti a base di aloe che vengono preparati senza antrachinoni. Pertanto l'aloe in commercio non contiene aloina, va bene dunque per lo stomaco in quanto non contiene sostanze irritanti. Occorre prestare attenzione, però, perché è un leggero lassativo.
In questo post in particolare vi voglio parlare di alcuni rimedi naturali utili per lo stomaco, che sono: la malva, la camomilla, la liquirizia, la calendula, l'altea e il Kuzu.
MALVA
La malva appartiene alla famiglia delle Malvacee. Di questa pianta si utilizzano i fiori raccolti all'inizio della fioritura, i getti e le foglie più tenere colti al mattino presto, e più raramente la radice. Ha proprietà espettoranti, emollienti, rinfrescanti, lassative, antiflogistiche, bechiche e oftalmiche.
In caso di infiammazione dell'intestino, di tutto l'apparato digerente e anche in caso di infiammazioni delle vie urinarie, è consigliabile assumere internamente la malva più volte al giorno. Non avendo alcuna controindicazione, può essere somministrata anche ai bambini. Come verdura, è utile per combattere la stipsi: i fiori freschi e i germogli si possono consumare nelle insalate o con altre verdure; le foglie possono essere cucinate come gli spinaci, oppure aggiunte nei minestroni di verdura, nei risotti o nelle frittate; i fiori possono anche essere canditi. L'infuso e il decotto di malva sono molto efficaci in caso di stipsi, irritazioni della bocca, dello stomaco, dell'intestino e dei reni, nonché in caso di tosse e catarro.
Per uso esterno, l'infuso di malva può essere utilizzato anche per fare impacchi in caso di occhi infiammati o stanchi e congiuntivite. Sono molto utili i cataplasmi di foglie fresche precedentemente scaldate su ascessi, foruncoli, ecchimosi e sulle zone colpite da artrite e gotta. In caso di infiammazioni della bocca e delle gengive, sono consigliati gli sciacqui con il decotto di malva. Il decotto può essere anche utilizzato per enteroclismi ed irritazioni vaginali.
L'uso della Malva è antichissimo, se ne trovano cenni già in epoca romana e greca. Tuttora è una delle piante medicinali più vendute in erboristeria e la si trova sia sfusa che confezionata, in compresse, opercoli, tintura madre, estratto secco, sciroppo e polvere.
CAMOMILLA
La camomilla appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Compositae). Di essa si utilizzano i capolini fiorali, raccolti in giornate asciutte e preferibilmente alla sera, a mano o con speciali pettini, ed essiccati in un luogo asciutto e ventilato. La camomilla ha proprietà antinfiammatorie del tratto gastrointestinale, antispasmodiche, antimicrobiche, antiulcerogeniche, cicatrizzanti, digestive, vermifughe, nervine, carminative, emmenagoghe e blandamente sedative.
Tradizionalmente, viene usata come blando sedativo, in realtà la camomilla è indicata nel trattamento sintomatico dei disturbi gastrointestinali quali: spasmi minori, distensione epigastrica, flatulenza ed eruttazione.
Per uso interno, si utilizza l'infuso dei capolini in caso di infiammazioni dell'apparato digerente e dolori allo stomaco. In caso di dolori mestruali, è molto utile assumere un infuso o un estratto almeno due volte al giorno, iniziando dieci giorni prima della presunta comparsa del ciclo mestruale e proseguendo per tre mesi. Associato ai semi di finocchio, allevia i dolori addominali nei neonati.
Per uso esterno, l'infuso dei capolini è indicato come tonico per le pelli arrossate e con couperose. L’oleolito, preparato con l’olio di mandorle, può essere sostituito alla crema in tutti i casi di pelle secca e arrossata. Gli impacchi con l’oleolito sono utili anche nei casi di tendiniti e infiammazione dei tronchi nervosi. In caso di tosse secca e stizzosa dei bambini, può essere utile inalare il vapore del decotto dei capolini. Sempre per l'azione antinfiammatoria e lenitiva, i preparati a base di camomilla vengono molto utilizzati anche nell'uso esterno, in modo particolare nei casi di lievi infiammazioni e irritazioni cutanee (come alcune forme di dermatiti comuni) e della mucosa, comprese cavità orale e gengive (per fare gargarismi o attraverso l'uso di collutori), in caso di irritazioni del tratto respiratorio (attraverso l'inalazione) e delle aree genitali e anali (con bagni e unguenti). Il decotto, inoltre, aggiunto al bagno, giova alle persone che soffrono di ipertensione e aiuta a decongestionare la pelle.
I preparati più comuni per uso interno sono: la tintura madre, l'olio essenziale, l'estratto idroalcolico e l'oleolito.
La camomilla non è dunque solo la “pianta della buonanotte”. Il suo infuso profumato è così legato ai nostri ricordi di bambini da farcela considerare per antonomasia “pianta della buona notte”; in realtà, è una pianta officinale già conosciuta nei tempi antichi per le sue proprietà. E' infatti documentato il suo uso fin dai tempi degli Egizi, è inoltre stata descritta costantemente negli antichi erbari, ed è stata utilizzata da Ippocrate, Dioscoride, Galeno, Paracelso e così via fino ai giorni nostri.
In realtà la camomilla è importante soprattutto per le proprietà antinfiammatorie e antispastiche esercitate sull'apparato digerente, e queste unite a quelle di conciliare il sonno ne fanno un rimedio prezioso anche per l’infanzia. Spesso infatti sono proprio disturbi come le piccole coliche, così frequenti in tutti i bambini, ad impedire un buon sonno.
I composti responsabili dell'attività farmacologica della camomilla sono concentrati nel capolino, comunemente definito fiore della camomilla. In realtà questo è un’infiorescenza che raccoglie i due fiori veri della camomilla: i fiori tubulari gialli che formano il ricettacolo dalla caratteristica forma conica e i fiori bianchi ligulati (ligule) che sono posizionati verso l'esterno dell'infiorescenza e costituiscono i cosiddetti petali.
La camomilla non va assunta se si soffre di diarrea e va consumata lontano dai pasti.
LIQUIRIZIA
La Liquirizia appartiene alla famiglia delle Papilionacee. Di questa pianta si utilizza la radice (solo gli stoloni di esemplari di almeno tre anni di età), pulita dalla corteccia e fatta essiccare al sole. Ha proprietà toniche, antinfiammatorie, emollienti, antivirali, espettoranti, rinfrescanti e diuretiche.
Essendo tonica e antinfiammatoria, la pianta è molto versatile e trova impiego nel trattamento di disturbi di ogni genere.
L’azione calmante e rigenerante della Liquirizia agisce sul tratto gastrointestinale rendendola un rimedio ideale in tutti i casi in cui le pareti dell’intestino o dello stomaco sono infiammate o ulcerate. E' dunque indicata in caso di gastrite, ulcera peptica e colite ulcerosa. Una tisana di liquirizia presa la sera aiuta, inoltre, a ridurre il reflusso acido e migliora la funzionalità epatica.
Il decotto, l'infuso, l'estratto, il succo e il macerato sono indicati anche per tosse, bronchite, stipsi, ritenzione idrica, nonché per tutti i disturbi dovuti a cattiva digestione. Il succo, in particolare, è indicato in caso di ulcere gastriche ed è spesso consigliato anche in caso di stress, una delle cause principali della gastrite.
Per uso esterno, si può utilizzare il decotto di Liquirizia per fare degli impacchi sugli occhi, in caso di congiuntivite, e dei gargarismi, per affezioni della bocca.
Per le sue proprietà antinfiammatorie, viene utilizzata anche per alleviare rigidità, tensione e dolore dei muscoli e delle articolazioni. Agendo in modo non molto diverso dai medicinali steroidei, contribuisce a ridurre le infiammazioni croniche, attenuando i disturbi associati all'artrite reumatoide.
La tisana di liquirizia, pura o associata ad altre erbe, è anche un efficace e piacevole collutorio in caso di mal di gola, ulcere del cavo orale e laringiti. Aiuta a combattere l’irritazione e l’infiammazione delle vie aeree, per esempio in caso di bronchiti, calmando la tosse e favorendo l’espettorazione. La liquirizia sembra essere efficace anche contro le carie dentali.
In caso di infezioni virali, la liquirizia, associata ad altre erbe dall'effetto immunostimolante, si è dimostrata efficace per rinforzare le capacità del corpo di combattere tali infezioni e non solo. E' inoltre raccomandata anche in caso di sindrome da affaticamento cronico, mononucleosi infettiva, morbo di Lyme, herpes e tonsillite.
Questa pianta costituisce anche un valido sostegno in caso di esaurimento delle ghiandole surrenali. Inoltre, favorisce il recupero dopo malattie ed esaurimento cronico.
Ricerche effettuate in Cina, hanno mostrato che la liquirizia può essere utile anche nel caso di ovaio policistico, può regolarizzare i cicli mestruali e aumentare la fecondità.
Un tempo era diffusa l’abitudine di masticare pezzetti di legno di liquirizia per pulire i denti e vincere il vizio del fumo: chi soffre di ulcere, tabagismo e alcolismo può acquistare in farmacia compresse prive di acido glicirrizico. L'abuso di tale acido causa infatti ipertensione arteriosa e, negli alcolisti, disturbi neuropsichici.
CALENDULA
La Calendula appartiene alla famiglia delle Compositae (se vuoi saperne di più in merito alla Calendula, leggi il mio post https://agape-ilritornoallamadreterra.blogspot.com/2021/11/calendula-conosciamo-le-sue-proprieta.html). Di essa si utilizzano i fiori, raccolti dalla primavera all'autunno a seconda della varietà, e a scopo alimentare le foglie più tenere. I fiori devono essere essiccati rapidamente per non diminuirne le proprietà. Ha proprietà antinfiammatorie, decongestionanti, lenitive, idratanti, espettoranti, coleretiche, antisettiche, diuretiche, cicatrizzanti, emmenagoghe, depurative, leggermente diuretiche, e aiuta la sudorazione.
La Calendula è una pianta molto usata in fitoterapia e nel campo della cosmesi naturale. Il fiore essiccato è facilmente reperibile sul mercato che offre numerosi preparati anche per uso interno ed esterno, quali: tintura madre, estratto idroalcolico, acqua distillata, polvere, oleolito, crema, unguento e gel.
Per uso interno, si assume l'infuso dei fiori due o tre volte al giorno in caso di infiammazione della mucosa gastrica. L'infuso è utile anche in caso di mestruazioni irregolari e dolorose, in caso di febbre e come collutorio. Il decotto di Calendula è indicato anche contro gli stati influenzali, in caso di tosse e raffreddore.
Per uso esterno, è indicato il decotto dei fiori per lavare piaghe di ogni specie, foruncoli, ascessi, eczemi, acne e varie irritazioni della pelle. L'oleolito e la crema possono, invece, essere utilizzati come idratante e antirughe per il viso, mentre il gel come cicatrizzante. Il succo e i fiori possono essere applicati al naturale (o come olio e pomata) per agevolare la cicatrizzazione di piaghe, piccole ferite, e in caso di fuoco di Sant’Antonio. L’infuso, passato sulla pelle con un batuffolo di cotone, combatte i punti neri e ha azione tonificante; aggiunto all'acqua del bagno decongestiona e idrata.
Il vino alla Calendula è, invece, ottimo per fare risciacqui contro il mal di denti e le nevralgie.
In cucina, le foglie più tenere e i fiori si possono consumare crudi in insalata.
ALTEA
L'Altea è un'erba tradizionale europea, appartenente alla famiglia delle Malvacee. Di essa si utilizzano la radice, le foglie e i fiori. Ha proprietà lenitive e calmanti, proprio per tale motivo viene impiegata soprattutto nella cura di disturbi digestivi e respiratori. Ha inoltre proprietà emollienti ed espettoranti.
La foglia dà sollievo in caso di problemi alle vie urinarie, come lievi cistiti. I fiori, invece, sono lenitivi per la pelle e contengono un alto tasso di antiossidanti.
KUZU
Il Kuzu appartiene alla famiglia delle Febacee. Di questa pianta si utilizzano le radici e, talvolta, anche le foglie. Le radici vengono raccolte da ottobre ad aprile e vengono utilizzate per estrarre il succo, oppure vengono essiccate al sole per realizzare il decotto o la polvere; i fiori, invece, sono raccolti intorno alla fine dell'estate o all'inizio dell'estate e vengono asciugati all'ombra, e da essi si ricavano degli ottimi infusi.
Nella Medicina Tradizionale Cinese, il Kuzu viene utilizzato da oltre duemila anni e tuttora è una delle erbe più utilizzate in fitoterapia.
E' un gastroprotettore naturale, la sua radice ha proprietà lenitive e alcalinizzanti, utili per alleviare e risolvere diverse problematiche di natura gastro-intestinale, come acidità di stomaco, reflusso gastrico, intestino irritabile e ulcere. Agisce direttamente sulle mucose assorbendo gli acidi gastrici, facilitando la digestione e donando un immediato sollievo da dolori e bruciori. Inoltre, oltre a guarire, è in grado di prevenire la comparsa di acidità e la conseguente risalita dei succhi gastrici verso l'esofago e le vie respiratorie.
Il Kuzu si è dimostrato efficace, già da tempo, nel risolvere anche problemi di assuefazione. L'effetto disintossicante di tale pianta aiuta infatti a ridurre drasticamente i sintomi della dipendenza da alcool e nicotina, in quanto ha la capacità di contrastare i recettori di tali sostanze e di impedire l'insorgere di crisi di astinenza.
Si è dimostrato un potente rimedio anche contro l'ipertensione e l'emicrania, in quanto gli isoflavoni contenuti in esso sono in grado di ridurre la pressione arteriosa, migliorando anche la circolazione sanguigna e l'ossigenazione.
Questa pianta ha anche proprietà antiossidanti che rallentano il restringimento delle arterie. Alcuni studi hanno dimostrato la sua efficacia anche nella cura dell'angina pectoris, nei soggetti cardiopatici.
Il kuzu può dunque essere considerato un rimedio universale, poiché facilita la digestione, disinfiamma l'intestino, è efficace contro lo stress, crea sollievo, ed esercita inoltre un'azione antidolorifica, antiossidante e antipiretica.
Oltre alle piante di cui vi ho parlato, ci sono altri rimedi naturali che sono molto utili in caso di gastrite.
In presenza di Helicobacter pylori, prima di prendere gli antibiotici, si può provare ad usare il mastice di chios che è una resina. Si può masticare, però occorre sapere che non diventa mai morbido, se si preferisce lo si può prendere quindi in polvere. Se non si trova in polvere, si può mettere in freezer, poi si macina, lo si riduce in polvere e se ne prende almeno un cucchiaino al giorno. Il mastice è anche antisettico e antibatterico.
Per l’Helicobacter pylori va bene anche l’estratto secco di semi di pompelmo, che preso per un mese insieme al mastice di Chios, potrebbe riuscire a debellare il virus, in quanto si tratta di due antibiotici naturali.
Per curare la gastrite, è fondamentale abolire il fumo, l'assunzione di alcool e di cibi fritti, piccanti e troppo conditi. E' utile anche assumere erbe rilassanti, in particolare melissa e passiflora, due rimedi che sono molto utili quando la gastrite è causata anche da tensione nervosa.
La melissa appartiene alla famiglia delle Labiate. Di essa si usano le foglie e la pianta aerea. Ha proprietà sedative, carminative, stomachiche, antispasmodiche, emmenagoghe, aromatiche e digestive. Essa è largamente consumata, quindi è facile da reperire sul mercato. Nelle erboristerie, oltre all'erba sfusa, è possibile acquistare anche l’olio essenziale, l’estratto idroalcolico, la tintura madre, le capsule e le compresse. Spesso la si trova in opercoli associata ad altre erbe rilassanti come valeriana, passiflora, biancospino, fiori d’arancio e così via.
La melissa aiuta in caso di nervosismo, irritabilità ed ansia, stati d'animo che contribuiscono a peggiorare i sintomi della gastrite: in tal caso si consiglia di assumerla almeno tre volte al giorno. E' indicata nel trattamento dei disturbi digestivi caratterizzati da spasmi di lieve entità, scarso appetito, digestione difficile e in caso di stanchezza eccessiva. Tra le piante rilassanti, la melissa è una delle più indicate nei disturbi digestivi che possono dipendere dalla tensione nervosa. E’ classicamente considerata infatti una pianta di transizione che si colloca a metà fra i digestivi e i rilassanti, avendo le proprietà di entrambi.
Un'avvertenza di cui bisogna tenere conto è che l'essenza pura della pianta è ritenuta stupefacente, ma poco tossica. In piccola quantità può causare torpore e rallentare le pulsazioni cardiache.
La passiflora appartiene alla famiglia delle Passifloraceae, di essa si usa tutta la parte aerea. Ha proprietà ansiolitiche, antispasmodiche, sedative e sonnifere. Le varietà di passiflora più utilizzate a scopo fitoterapico sono la incarnata e la edulis, considerate tra le migliori erbe calmanti. Si utilizzano in infuso, anche associate alla melissa, alla valeriana e ad altre erbe rilassanti. La passiflora essiccata è reperibile in tutte le erboristerie, il mercato propone inoltre numerosi preparati in opercoli, sciroppi o estratti liquidi, sia semplici che composti da più erbe aventi proprietà simili.
L'uso della passiflora si consiglia in caso di irrequietezza, irritabilità e tensione nervosa, che contribuiscono ad aggravare i sintomi della gastrite. E', tra le piante rilassanti, quella più versatile per la sua notevole tollerabilità. Ha principalmente un effetto rilassante, la si può utilizzare quando la tensione nervosa è alla base di disturbi quali le palpitazioni, la dispepsia nervosa, la gastrite o l'intestino irritabile. È una pianta adatta anche per i bambini. In questo caso è importante utilizzare prodotti specifici con un dosaggio adeguato all'età.
Vediamo ora degli esempi di cura in caso di gastrite.
Se la causa della gastrite è lo stress, è utile assumere un cucchiaino di kuzu sciolto in acqua bollente. Inoltre, è necessario prendere, lontano dai pasti, un cucchiaino di polvere di radice di liquirizia in un po' di acqua, almeno due volte al giorno. Per chi soffre di ipertensione, si può sostituire la liquirizia con la malva o con la radice di altea. A metà mattina, metà pomeriggio e in serata è utile anche assumere un cucchiaio di succo di melissa o un infuso che contenga il 20% di melissa, il 40% di passiflora, il 20% di fiori d'arancio e il 20% di rosolaccio.
Nel caso in cui sia presente l'helicobacter pylori, occorre prendere otto gocce di estratto di semi di pompelmo per 3 volte al giorno e un cucchiaino di mastice di chios al giorno, per almeno un mese.
Nel caso in cui fosse presente il reflusso gastroesofageo, si consiglia di prendere il kuzu: in tal caso portare ad ebollizione 2 cucchiaini di kuzu fino a che l’amido non si scioglie, consumare a piccoli sorsi nell'arco della giornata e al momento del bisogno. E' inoltre utile assumere due cucchiaini al giorno di miele di manuka. Il miele di manuka si è dimostrato utile anche in presenza di helicobacter pylori.
E' fondamentale ricordare che, nell'eventualità che soffriate di altre patologie, per cui state seguendo cure farmacologiche, o di allergie alle piante, prima di assumere qualsiasi erba è necessario consultare il proprio medico, onde evitare eventuali interazioni o controindicazioni. In ogni caso si consiglia sempre di rivolgersi al proprio erborista di fiducia e di non fare da sé.
I rimedi naturali sono nostri grandi alleati ma, se vogliamo guarire davvero, il primo passo è capire qual'è la causa alla base del disturbo e cercare di eliminarla, in modo da evitare che si ripresenti.
Purtroppo, la società odierna ci ha insegnato a curare i sintomi con le medicine e a non preoccuparci di scoprire qual'è la causa che sta alla base del disturbo o della malattia.
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